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RecensioniPOETA PRESENTA POETA

Anna Maria Folchini Stabile
per “Ho ancora una parola per te” di Fabiola Colombo

sei con me

al di fuori di me

per non dirti che ti amo

ti offro questo tempo

come baluardo dell’infinito

che spira da sempre e

che mi sente vibrare d’amore

( da “Per non dirti che ti amo”)

Copertina del libro di Fabiola ColomboForse questi sono i versi che possono essere la sintesi della raccolta di poesie di Fabiola Colombo intitolata “Ho ancora una parola per te”, Libreria editrice Urso, opera selezionata al concorso letterario internazionale “Libri di-versi in diversi libri 2012”.
Secondo la Poetessa, l’amore è la parte fondante dei sentimenti dell’essere umano e nonostante tutto, nonostante il tempo che passa, le azioni, i pensieri e i comportamenti, nonostante non lo si dica, non lo si dica mai o non lo si dica più, il canto d’amore si eleva sempre in ogni momento della vita di ogni donna e di ogni uomo.
Un forte sentimento, quindi, scorre fluido tra parole riservate e vibranti di riflessioni profonde e di dolore nascosto come nella lirica “Se”:
“Se di vita vera non posso vivere/ lasciami entrare in un cespuglio di ortiche/…per baciare la terra/ per respirare col vento/ e guardare il cielo”.

Fabiola ColomboLe parole di Fabiola sono parole ferme da cui traspare il desiderio disperato e liberante di un ritorno all’essenziale, alla terra che accoglie e protegge nel suo grembo materno, allontanando la sofferenza viva e presente rappresentata da quel cespuglio di ortiche pungenti e sgradite che si stagliano come un oltre da valicare per ritrovare la serenità.L’anima lacerata ritorna sui momenti indimenticabili di un sentimento vero ripensando alla vita insieme, alle incertezze, al dolore, alla delusione, al perdono e al distacco. Il cuore e la mente scivolano attraverso le liriche che modulano il tempo del ricordo: “…porto fuori un’anima spogliata, senza vestito e senza nome/….ho atteso il male che non conoscevo/ riparata con il tuo bene che credevo grande…Non deve impaurirti la mia solitudine/ la solitudine non ha testimoni”.Se, però, l’amore è un modo per conoscere, il dolore è senz’altro un modo per conoscersi: “Ho parlato al dolore/ e mi ha parlato di me…”.

E questo percorso difficile per raggiungere nuove certezze stabilisce anche i confini definitivi per chi al dolore sopravvive: “ …non sei più la grazia del giorno/ non sei più la follia della notte/ non sei più l’armonia della festa/ non sei più il mio fiore sulla tavola.”

Eppure chi legge quest’opera non riscontra nell’Autrice una visione negativa della vita, ma si confronta con un’anima coraggiosa che riscatta la sua sofferenza in due sentimenti altrettanto importanti e ancoranti: l’amicizia e l’amore filiale, perché Fabiola Colombo riconosce e ritrova in altre persone a lei vicine che hanno vissuto percorsi travagliati, la forza di carattere che diventa sostegno e modello di vita.

 

Anna Maria Folchini Stabile
Anna Maria
Angera, 15 aprile 2012

Fabiola Colombo
Ho ancora una parola per te
2012, 8°, pp. 56
Collana ARABA FENICE n. 48
9,50acquista
ISBN 978-88-96071-64-9

urlaURLA LA TUA OPINIONE
I mercanti nel tempio


La Bibbia ci racconta: “ Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe. “ Fu Gesù l’autore del gesto e ci servirebbe anche oggi un gesto simile che la sua chiesa non si sogna neppure di pensare, avendo la proprietà di banche e finanziarie.
Oggi i mercanti non stanno più nel tempio ma si trovano dappertutto nelle vie e nelle piazze di ogni città piccola o grande che sia. Si travestono in Banche di credito cooperativo, Casse Rurali ecc.. ma hanno tutte e sempre il compito di rastrellare liquidità monetaria per fare con la stessa profitti. Non possiedono morale per cui portano via tranquillamente l’abitazione a chi non riesce a pagare il mutuo:non sono socialmente utili perché prestano liquidi solo a chi li ha già; giustificano i balzelli imposti ai clienti con le necessità di gestione che, però, non impediscono loro di comprare i palazzi più importanti delle città in cui operano aumentando a dismisura le loro proprietà immobiliari.
Anni orsono, un mio amico, direttore di una filiale di banca nazionale, mi confidò che tra le regole auree di un buon bancario c’era l’osservanza di mantenere sempre un differenziale di 7 punti tra gli interessi attivi e passivi. Ciò significa che se io deposito in banca 10.000 € ricevo un interesse all’uno per cento, come attualmente accade, di € 100 in un anno, mentre la banca, prestando i miei soldi a terzi, ci ricava 800 €. Dedotti i miei cento € alla banca rimangono 700 € di guadagno netto. Mi pare si possa affermare che, stando così le cose, le banche sono le interpreti più autentiche del concetto di mondo globale senza limiti né regole dove ai pochi privilegiati si contrappongono milioni di esseri umani senza risorse e diritti: una volta si chiamavano sudditi. Non avendo ancora la capacità e la convinzione necessarie per combattere questo capitalismo egoista e globale perché non cominciamo a contrastare questi nuovi mercanti nel tempio? Come? Anche nascondendo i pochi spiccioli che ci sono rimasti sotto un mattone anziché consegnarli ad uno sportello che ti dà un interesse ridicolo.


FulvioFulvio Maiello
Trento 17 aprile 2012

logoConcorso Letterario Internazionale
in lingua italiana

LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI
edizione 2012-2013
in memoria del poeta
Corrado Tiralongo


Ho piacere di rendere noto che stanno già arrivando adesioni di poeti a questa nuova edizione del Concorso.
Ricordo che in questa fase, per facilitare la valutazione della Giuria chiediamo l'invio di un file con tre poesie esclusivamente in lingua italiana entro e non oltre il 31 luglio (Nota bene: sarà selezionato un numero massimo di cento poeti, e anche questa volta ci saranno poeti esclusi dalla Giuria). Quando passeremo alla fase successiva del Concorso, chiederemo 45 poesie a ciascun autore selezionato, e in quella fase si potranno inserire, fra le 45 poesie richieste, alcune poesie, o tutte, espresse nel dialetto di qualsivoglia regione italiana (questo per favorire l'estro di autori che hanno manifestato quest'esigenza nella passata edizione - Non finiremo di raccomandare a ciascuno dei poeti di garantire la corretta grafia del dialetto!).
Siamo convinti che alla fine avremo una colorita rappresentanza delle varie lingue e dialetti diffusi in vario e articolato modo in tutto il nostro territorio, quasi a rappresentare nella forma dei versi e nella grafica delle copertine quella "diversità" che è la carattestica principale del nostro concorso.
Buona poesia a tutti!

Francesco Urso
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copertina
Andrea Apollonio
Cosa nuova
Viaggio nei feudi
della 'drangheta
con lo squadrone Cacciatori

2012, 8°, pagg. 112
12,00
acquista


Questo non è un libro sulla 'Ndrangheta, ma su chi la 'Ndrangheta la combatte, ed a mani nude. Non vi sono dentro storie di magistrati superprotetti o collaboratori che vivono in luoghi segreti, ma di militari che operano sottopelle in maniera chirurgica, senza che nulla trapeli all'esterno. Così addentro il Sistema della 'Ndrangheta da farne parte, solo che essi rappresentano la controspinta più forte allo strapotere delle cosche. Perchè solo loro hanno compreso le fattezze inedite di "Cosa Nuova". Sono invisibili, inavvicinabili, pochissimi sanno della loro missione, quasi nessuno ha mai visto un "basco rosso" all'infuori della provincia reggina. Eppure dietro ogni arresto eccellente, ogni vittoria dello Stato in terra infidelium, vi sono loro: i militari dello Squadrone Cacciatori di Calabria. L'Italia ancora non li conosce, nonostante l'assalto mafioso al Nord parta da qui, e siano i Cacciatori ad arrestarne l'avanzata. Questo è un viaggio nei feudi della 'Ndrangheta, in terra di Cosa Nuova, accompagnato dall'insieme di verità e disincanto, di illusioni ed inganni, di amore e odio per un pezzo di Calabria vissuto sulla pelle. Con delle guide d'eccezione.

MAFIA? NO, GRAZIE!

copertina

Salvatore Di Marco
Gli occhi del mondo
Saggi su Ignazio Buttitta

2011, 8°, pagine 232
18,00 acquista

(...). Se Ignazio Buttitta aveva detto tanti anni fa che la chitarra del dialetto perde una corda al giorno, si può, dunque, pensare che la poesia del poeta bagherese, che condannò la mafia e l’ignoranza, e tenne alta la bandiera della dignità e del riscatto, rispetto a questo scenario all’alba del Duemila, ma rispetto anche a una forte spinta della coscienza umana a non arrendersi, a recuperare speranze di riscatto, ad operare per un nuovo regno dell’uomo nel nome della pace, del rispetto della natura, della vera giustizia per tutti, si può dunque pensare (mi chiedevo) che essa possa rivelarsi ancora attuale, adatta ai nuovi tempi, tuttavia capace di dare un lume di speranza e di fiducia agli uomini? Può esser voce ancora nuova in Sicilia? Io credo di sì, altrimenti questo libro non avrebbe un senso.

Salvatore Di Marco

(in copertina, foto di Ferdinando Scianna)

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